Sintesi di Autori della Letteratura Italiana, Letteratura Italiana

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Sintesi di autori della letteratura italiana Tiziana Rossi
DANTE ALIGHIERI
VITA
• Nasce a Firenze nel maggio
1265
da famiglia di piccola nobiltà cittadina (avo:
Cacciaguida, canti XV-XVII del Paradiso);
• verso il 1283 acquista familiarità con
Guido Cavalcanti
, Lapo Gianni e Forese Donati;
diviene amico di
Brunetto Latini
;
• nel 1290 muore
Beatrice
, donna amata dal poeta;
• nel 1295, usufruendo della riforma degli Ordinamenti di Giustizia, si iscrive all’arte dei
medici e degli speziali, sicché nel
1300
è eletto
Priore
;
• nel 1300, scissione a Firenze tra Guelfi bianchi, guidati dai Cerchi, e Guelfi neri,
capeggiati dai Donati; Dante si considera un Guelfo bianco;
• nel 1301 è inviato in ambasceria da
Bonifacio VIII
, per convincere il papa a contrastare il
partito dei Neri; inganno del pontefice che lo trattiene presso di sé, mentre Carlo di Valois
a Firenze aiuta i Neri a prendere il sopravvento sui Bianchi;
• nel 1302 Dante viene accusato dai Neri di
baratteria
(corruzione) ed è condannato ad una
ammenda di 5000 fiorini; rifiuta il pagamento ed inizia il suo esilio;
• va ospite a Forlì, Verona, Treviso, Val di Magra, corti nelle quali esercita le funzioni di
segretario e diplomatico;
• nel 1310 l’imperatore
Arrigo VII
di Lussembrgo arriva in Italia per cingere la corona;
Dante scrive
tre lettere
per supportarlo: una ai re, principi e popoli dell’Italia, una agli
“scelleratissimi fiorentini” che si opponevano all’imperatore, una direttamente ad Arrigo;
fallito tentativo da parte dell’imperatore di prendere Firenze e morte di Arrigo nel 1313;
• Dante rifiuta il ritorno “negoziato” a Firenze e si reca presso
Cangrande della Scala
(Verona), Guido Novello da Polenta (Ravenna);
• dopo una missione a Venezia per conto di Guido Novello, Dante muore nel
1321
.
OPERE E PENSIERO
Vita nuova:
1. composta tra 1292-1294 e dedicata a Guido Cavalcanti; è una scelta di rime (25 sonetti, 4
canzoni, 1 stanza e 1 ballata) collegate tra loro da 42 capitoli in prosa che chiariscono le
occasioni (
ragioni
) o spiegano le parti delle singole poesie (
divisioni
)
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2. STRUTTURA: tre momenti narrativi:
l’innamoramento
(cap. I-XIX), incentrato ancora
sui temi di una poetica duecentesca: influenza della poesia di Guittone d’Arezzo e di
Cavalcanti;
le lodi di Beatrice
(cap. XX-XXIX): Dante trova un modulo più personale e il
racconto è come calato in una estetica atmosfera di sogno: influenze stilnovistiche e
guinizzelliane (
Tanto gentile e tanto onesta par
e);
la morte di Beatrice
e il culto di lei
(cap. XXX-XLII): arte più matura e consapevole: le rime di questa sezione vibrano di un
tono più affettuoso di pietà, sono meno artificiose e retoriche.
3. GIUDIZIO CRITICO: Dante utilizzò per quest’opera tutta la sua produzione poetica
giovanile, per cui magari in origine le poesie non avevano attinenza con l’amore per
Beatrice e furono “adattate” in un secondo momento (scarsa coerenza tematica delle
rime). Unitaria è, invece, la prosa e fusa bene con i versi; emergono formazione retorica,
perizia tecnica, ma anche tensione spirituale.
Rime:
1. 34 sonetti, 2 stanze, 11 canzoni, 5 ballate, 2 sestine; 26 componimenti “dubbi”
2. STRUTTURA:
rime della giovinezza
: influenze guittoniane, di Cavalcanti e Guinizzelli
(famoso il sonetto:
Guido i’ vorrei che tu e Lapo ed io
);
tenzone con Forese Donati
: 6
sonetti, 3 di Dante e 3 di Forese: influenze della corrente della poesia realiastica e giocosa
(Folgòre da San Giminiano
); rime pietrose
: cantata una Madonna Pietra: amore
passionale e difficile per una donna aspra (
Amor tu vedi ben che questa donna
);
rime
dell’esilio
: l’interesse del poeta si sposta verso la lirica allegorica e dottrinale (
Tre donne
intorno al cor mi son venute
).
Fiore:
attribuzione contestata: poemetto che imita il francese
Roman de la rose
: argomenti amorosi e
politici.
Convivio:
1. composto tra 1306-1307, concepito da Dante come commento a 14 sue canzoni, ma
l’opera si ferma al quarto trattato;
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2. STRUTTURA:
trattato primo
: proemio con dichiarazione programmatica sull’uso del
volgare, altrettanto degno del latino di diffondere il sapere;
secondo
: commento alla
canzone
Voi che intendendo il terzo ciel movete
: descrizione dei cieli, delle gerarchie
angeliche... (concezione tomistica dell’universo); i quattro sensi: letterale., allegorico,
morale, anagogico (spirituale);
terzo
: canzone
Amor che ne la mente mi ragiona
: donna
come figura allegorica e nobiltà come dono individuale dell’anima, non derivante dalla
nascita;
quarto
; canzone
Le dolci rime d’amore ch’io solia
: autorità imperiale voluta da
Dio e da lui affidata a Roma
3. FONTI: Aristotele, innanzitutto, San Tommaso, Bibbia, Sant’Agostino: tutta l’erudizione
medievale, ma anche un nuovo ardore scientifico.
De Vulgari Eloquentia:
1. composto tra 1303 e 1304: doveva constare di 4 libri, ma si ferma la secondo (14° cap.):
Dante usa il latino per parlare del volgare poiché sa che, altrimenti, la sua opera non
sarebbe stata presa in considerazione dai dotti del tempo;
2. STRUTTURA:
libro primo
: il volgare è naturale e universale mentre il latino è lingua
artificiale; ebraico e unità linguistica originaria, poi Babele e divisione delle lingue in tre
gruppi: germanico, romanzo e greco. Tra le lingue romanze: provenzale (d’oc), italiano
(sì), francese (d’oil), divisi in vari dialetti. Dialetti italiani: 14, 7 a destra e 7 a sinistra
dell’Appennino. Necessità di un volgare comune e di un volgare illustre (fusione tra tutti i
dialetti) per l’Italia intera;
libro secondo
: varietà degli stili: tragico (sublime), comico
(mediano), elegiaco (umile); tra tutti i componimenti il più alto è la canzone, cui è
riservato il volgare illustre e lo stile tragico
3. GIUDIZIO: nonostante errori e limiti (soprattutto il fatto di aver sottovalutato e
disprezzato la lingua parlata, a vantaggio esclusivo di quella letteraria e scritta), l’opera è
il primo tentativo di studio scientifico del linguaggio e della lingua, nonché di stile e
metrica, addirittura con anticipazioni della moderna glottologia; il significato profondo
dell’opera, comunque, è nella consapevolezza dell’opera preminente degli scrittori nella
formazione del linguaggio di un intero popolo. Anche se l’Italia non aveva un centro di
potere unico, fondamentale per l’unificazione linguistica, tuttavia – afferma Dante – gli
scrittori, la “curia ideale” formata dagli intellettuali di tutto il paese, avrebbe potuto
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assolvere alla funzione di creazione di un volgare illustre e si sarebbe sicuramente raccolta
attorno ad un sovrano che si fosse assunto l’onere di riunificare politicamente l’Italia.
De Monarchia:
1. tre libri in latino, pareri discordi sulla data di composizione (per lo più: 1310-1312)
2. STRUTTURA:
libro primo
: necessità di un unico reggitore (
reductio ad unum
), di un
monarca universale che garantisca la perfetta giustizia, pace e libertà agli uomini;
libro
secondo
: il popolo romano ebbe da Dio il titolo imperiale, favorendo poi la diffusione del
Cristianesimo, l’Italia è la sede naturale dell’Impero;
libro terzo
: concetto della
separazione dei due poteri di Impero e Chiesa; l’autorità imperiale deriva non dal Papa ma
direttamente da Dio (la donazione di Costantino fu atto arbitrario); Chiesa e Impero
soddisfano fini diversi dell’uomo: la perfezione spirituale e quella terrena.
3. GIUDIZIO CRITICO: prima affermazione vigorosa degli ideali della laicità, dello
sdoppiamento dei fini dei due poteri; precedenti delle tesi politiche esposte nella
Commedia.
Epistole:
13 epistole in latino curiale e scolastico, a nome proprio e di alcuni signori preso i
quali Dante fu ospite;
Quaestio de aqua et terra
: dissertazione scientifica;
Egloghe
: 2, in
esametri, risposta a due egloghe di Giovanni del Virgilio: sono importanti perché Dante tratta
temi autobiografici (l’esilio), ma soprattutto perché aprono la strada alla poesia pastorale e
alle egloghe latine umanistiche.
Divina commedia:
1. TITOLO:
Commedia
perché, come spiegò la stesso poeta, “è orribile e repellente da
principio... mentre alla fine è prospera, desiderabile e attraente” nonché per lo stile
mediano; l’aggettivo
divina
fu usato per la prima volta da Boccaccio nel
Trattatello in
laude di Dante
;
2. METRICA: 3 cantiche di 33 canti ciascuna con 1 proemio
(100 canti in tutto); metro:
terza rima di endecasillabi – strofa popolare utilizzata per lo più per il serventese - a rima
incatenata (schema: ABA BCB CDC);
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3. COMPOSIZIONE: l’ipotesi più accreditata sul periodo di composizione del poema: inizio
intorno al 1307, Inferno e Purgatorio compiuti poco prima o poco dopo la morte di Arrigo
VII, Paradiso negli ultimi anni;
4. STRUTTURA (GENERE LETTERARIO: poesia didascalica, SOTTOGENERE: poema
allegoprico-didascalico):
INFERNO
: cono rovesciato sotto la superficie della terra in
corrispondenza di Gerusalemme, simile ad un anfiteatro degradante verso il basso fino ad
una lastra perennemente ghiacciata dove è conficcato Lucifero; il fiume Acheronte separa
l’Antinferno dall’Inferno vero e proprio. I peccatori sono distribuiti dall’alto verso il basso
man mano che si aggravano le loro colpe: nell’Antinferno sono puntiti gli ignavi (canto
III); dopo l’Acheronte c’è il
Limbo
, cioè il
primo
cerchio, nel quale vi sono le anime
prive di battesimo e gli uomini giusti vissuti prima di Cristo (IV). Dal cerchio
secondo al
quinto
ci sono gli
incontinenti
: nel secondo i lussuriosi (V), nel terzo i golosi (VI), nel
quarto avari e prodighi (VII), nel quinto iracondi e accidiosi immersi nella palude Stigia
(VIII). Dopo gli incontinenti c’è la città di Dite con il
sesto
cerchio, dove sono puniti
eresiarchi ed epicurei (IX-XI). Nei tre cerchi successivi vengono i
peccati per malizia
: il
“buratto” (frana prodottasi al momento della morte di Cristo) porta al
settimo
cerchio con
i violenti verso il prossimo (girone 1, XII: omicidi e predoni), verso se stessi (girone 2,
XIII: suicidi e scialacquoni), verso Dio, la natura e l’arte (girone 3, XIV-XVII:
bestemmiatori, sodomiti e usurai). La “ripa” in cui precipita il fiume Flegetonte delimita
l’ottavo
cerchio diviso in dieci bolge: nella prima sono puniti ruffiani e seduttori (XVIII),
nella seconda gli adulatori e nella terza i simoniaci (XIX), nella quarta gli indovini (XX),
nella quinta i barattieri (XXI-XXII), nella sesta gli ipocriti (XXIII), nella settima i ladri
(XXIV-XXV), nell’ottava i consiglieri fraudolenti (XXVI-XXVII), nella nona i
seminatori di discordia (XXVII-XVIII), nella decima i falsari (XXIX-XXX). Dopo il
pozzo dei giganti si stende la grande superficie ghiacciata del
nono
cerchio, dove sono
punti i fraudolenti contro chi si fida; sono quattro zone; nella Caina vi sono i traditori dei
parenti (XXXII), nella seconda, Antenora, i traditori della patria (XXXII-XXXIII), nella
terza, Tolomea, i traditori degli amici (XXXIII), nella quarta, Giudecca, i traditori dei
benefattori (XXXIV); al centro sporge dal petto in su Lucifero che maciulla Cassio
Longino, Giunio Bruto e Giuda Iscariota.
PURGATORIO
: montagna corrispondente nella
forma e nel volume al vano dell’Inferno, posta nell’emisfero opposto; è diviso anch’esso
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